SALUTE
Star bene prima di tutto
UMIDITA’
L’umidità che si crea all’interno delle nostre abitazioni (muffe, condensa, risalita capillare, infiltrazioni) dovuta a svariati fattori può influire notevolmente sulla qualità dell’aria che respiriamo e di conseguenza sulla nostra salute ed in particolare su quella di bambini ed anziani: problemi respiratori, asma, allergie, riniti allergiche, congiuntiviti, reumatismi, ecc
Alcuni studi evidenziano un incremento del rischio di bronchiti, sinusiti croniche, allergie, asma ed altri disturbi respiratori nelle persone che vivono in ambienti dove persiste umidità e muffa
(dott. Christer Janson – Università di Uppsala)
(Srdan Matic – capo della Noncommunicable Diseases and Environment Unite dell’ufficio regionale europeo dell’Oms)
Le malattie reumatiche, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) sono la prima causa di dolore e disabilità in Europa, in Italia ne soffrono 5 milioni di persone di ogni età. Ancora oggi sono sottovalutate o scambiate per lombalgia, sciatalgia o altre patologie.
IL TASSO DI UMIDITÀ CORRETTO PER UNA CASA IN SALUTE
L’umido non è altro che la quantità d’acqua presente nell’aria ad una data temperatura. Un livello troppo alto o troppo basso dell’umidità può influire negativamente sull’apparato respiratorio. All’interno della propria abitazione la temperatura dovrebbe attestarsi intorno ai 20-22° C con un tasso di umidità intorno al 40-60% nell’ipotesi di persone ferme a riposo. Ad ogni modo non è consigliabile scendere sotto il 20% di umidità perché l’aria diventerebbe troppo asciutta causando un’evaporazione eccessivamente intensa delle mucose bronchiali e quindi secchezza nelle vie respiratorie. La regola migliore rimane sempre quella di non esagerare con il deumidificatore e arieggiare i locali regolarmente creando correnti d’aria.
Ministero della salute – Umidità e muffe
Greenme.it – Muffa e umidità in casa: quali conseguenze per la salute?
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Il corpo umano, a contatto di questo surplus di onde, può subire delle alterazioni, che in parte sono state documentate e riconosciute dalla comunità medica e scientifica. Non tutti i danni sono stati ancora valutati perché purtroppo la ricerca medica è ancora un passo indietro rispetto al progresso tecnologico.
Basti pensare che il corpo umano è fatto dall’80 per cento d’acqua e funziona per impulsi elettrici…..va da se che una qualche influenza il campo elettromagnetico la eserciti.
L’ipotesi avanzata per la prima volta nel 1979 dalla ricercatrice americana Nancy Wertheimer, è che un’eccessiva dose di onde elettromagnetiche possa causare tumori o malattie nervose nell’uomo.
Le indagini compiute negli ultimi venti anni, pur non essendo riuscite a confermarla definitivamente, hanno messo in luce risultati inquietanti, soprattutto se riferite a tempi di controllo del lungo periodo.
Nel 1995 l’Istituto Superiore della sanità Italiano, ha redatto un rapporto che esaminava oltre 150 studi condotti nel mondo. Le conclusioni sono state: possibile aumento da due a quattro volte di casi di leucemia infantile nei bambini esposti a campi magnetici superiori a 0,2 microtesla.
Sentenze che stabiliscono il nesso causale tra inquinamento elettromagnetico ed insorgenza di tumori:
Sentenza del tribunale di Brescia del 22.12.2009 e commento e confermata dalla sentenza di appello dell’inail 12.10.2012
Sentenza di Ivrea del 30.03.2017 Roberto Romeo
I rischi delle onde elettromagnetiche
“È una sentenza straordinariamente importante – commenta l’avvocato Bertone – perché il fatto che si riconosca la causa oncogena insita nei campi elettromagnetici generati dai cellulari è il segno del continuo avanzamento delle conoscenze scientifiche. Il telefono cellulare è un dispositivo tecnologico che emette onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e ogni giorno più di 40 milioni di italiani lo utilizzano. Per questo è importante che tutti siano al corrente dei rischi che corrono loro stessi e coloro che hanno intorno. È, dunque, importante riflettere sul problema e adottare le giuste contromisure”.
Attività elettrica del cuore
Il cuore è dotato di un sistema elettrico interno che controlla la FREQUENZA e il RITMO CARDIACO; a ogni battito un segnale elettrico si diffonde dalla sommità del cuore e raggiunge la parte inferiore dell’organo, il passaggio del segnale fa si che il cuore si contragga e riesca a pompare sangue.
I pacemakers sono dispositivi elettronici che elaborano segnali elettrici.
Il PM, sia quello temporaneo sia definitivo, crea degli impulsi elettrici di bassa intensità ed è in grado di:
- monitorare l’attività elettrica del cuore
- velocizzare il battito cardiaco troppo lento
- tenere sotto controllo il battito irregolare o troppo veloce
- far contrarre normalmente i ventricoli
- coordinare l’attività elettrica tra le cavità superiori e quelle inferiori
QUINDI per sua natura è sensibile ai campi elettromagnetici!
È prudente evitare o limitare il più possibile i tempi di esposizione ed i luoghi dove i valori dei campi elettromagnetici sono più elevati, ad esempio le vicinanze di ripetitori, antenne radio-televisive, antenne per telefonia mobile e tralicci dell’alta tensione.
È necessario tenere il telefono cellulare a distanza di 20-30 cm o tenerlo all’interno di una custodia schermata che limiti al minimo l’esposizione al campo elettromagnetico; è importante usare sempre l’auricolare.
È consigliabile VERIFICARE l’ambiente in cui viviamo, casa o ufficio (i luoghi dove si trascorre più tempo); rilevare l’intensità di campi elettromagnetici (CEM) ad alta e bassa frequenza e fare un esame sulle abitudini relative ai tempi e luoghi di esposizione ed intervenire ad eliminare i rischi per la salute.
ABITASANO® offre questo servizio con il fine di non stravolgere lo stile di vita consolidato.
L’obiettivo è di riuscire a trovare sempre SOLUZIONI MIRATE.
ISOLAMENTO ACUSTICO
L’inquinamento acustico è causato da un’eccessiva esposizione a suoni e rumori di elevata intensità.
Questo può avvenire in città e in ambienti naturali. La legge n. 447/1995 art. 2 fornisce la definizione di inquinamento acustico: “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”.
Legge 447/1995 art.2
Per rumore si intende un suono non desiderato, privo di informazioni utili per l’uomo, che induce sensazioni fastidiose e sgradevoli fino a provocare, in particolari condizioni, effetti sanitari gravi ed irreversibili sia sull’apparato uditivo che sull’intero organismo.
Per evitare guai seri, l’Oms raccomanda il rispetto delle soglie di esposizione, fissate a 65 decibel durante il giorno e a 55 nel corso della notte.
In Italia la soglia dei 65 dB(A) è superata in quasi tutte le città e si stima che più il 72% della popolazione sia esposta a livelli di rumore superiori ai limiti massimi stabiliti dalla normativa vigente.
Il traffico stradale è la principale fonte di rumore seguito dal rumore prodotto dai “vicini di casa”, dai cantieri, dalle attività produttive in genere, dagli aerei, dalle ferrovie, condizionatori, attività musicali ed altro.
I principali effetti uditivi ed extrauditivi dell’esposizione al rumore sono i seguenti:
(fonte: Agenzia Europea per l’Ambiente)
- fastidio;
- interferenza con la comunicazione vocale;
- disturbi del sonno (risvegli e incapacità di riaddormentarsi);
- effetti sulla produttività e sulla performance;
effetti sul comportamento sociale e residenziale (letture, apertura finestre); - effetti psicopatologici (complesso da stress, ipertensione, malattie ischemiche cardiache, aggressività);
- effetti sulla salute mentale (ricoveri ospedalieri); – relazione dose – effetto per effetti combinati (ad es. fastidio + disturbi del sonno + ipertensione);
- effetti su gruppi più vulnerabili (bambini, persone con disturbi uditivi);
- disfunzioni uditive indotte da rumore, prevalentemente per esposizioni professionali (tinnito, innalzamento soglia uditiva, sordità, fischi).
In particolare i bambini appaiono una categoria a maggior rischio, soprattutto nella fase dell’acquisizione del linguaggio Gli effetti uditivi vanno ad incidere negativamente a carico dell’organo dell’udito provocando all’inizio fischi e ronzii alle orecchie con una iniziale transitoria riduzione della capacità uditiva e successiva sordità che in genere è bilaterale e simmetrica. Il rumore agisce sull’orecchio umano causando secondo la natura, la durata e l’intensità della stimolazione sonora gradi diversi di danno
- sordità temporanea e recupero della sensibilità dopo riposo notturno in ambiente silenzioso;
- stato di fatica con persistenza della riduzione della sensibilità e disturbi nell’udibilità della voce di conversazione per circa 10 giorni;
- sordità da trauma acustico cronico con riduzione dell’intelligibilità del 50%.
Effetti a lungo termine dell’esposizione a rumore per i quali esiste evidenza sufficiente di impatto sulla salute